Situata nel cuore della Tuscia, Bomarzo è una piccola cittadina medievale coperta da muschio e tetti rossi.
Sorge al di sopra di uno sperone roccioso e domina dall’alto la valle del Tevere.
Nascosto da una macchia d’alberi, ai piedi del centro storico, sorge il singolare e misterioso Parco dei Mostri, anche conosciuto come Bosco Sacro o Bosco Iniziatico.
Questo fu realizzato nel 1552 dall’architetto Pirro Ligorio, già creatore del magnifico giardino di Villa d’Este nonché successore di Michelangelo nella fabbrica di San Pietro in Vaticano.
Il committente era il Principe Pier Francesco Orsini, meglio conosciuto come Vicino, che con questa opera intendeva commemorare la moglie Giulia Farnese, da poco deceduta, o semplicemente “sfogare il core” (come recita un’iscrizione all’interno del parco), gonfio di tristezza per la recente perdita.
Valicando il cancello in ferro battuto, saranno due sfingi ad accogliere il visitatore, attente guardiane di quel luogo senza tempo. Sotto di loro, due enigmatiche epigrafi:
Tu ch’entri qua pon mente parte a parte
et dimmi poi se tante meraviglie
sien fatte per inganno over per arteChi con ciglia inarcate et labra strette
non va per questo loco manca ammira
le famose del mondo moli setteLink sponsorizzati
Come è possibile infatti non provare stupore di fronte alle mastodontiche creature in peperino che l’una dopo l’altra faranno mostra di sé all’interno del parco, balzando fuori da cespugli selvaggi o dietro a delle sbilenche e traballanti scalette di legno?
Così il Proteo-Glauco, nominato da Nettuno signore dei Mari e capace di trasformarsi in qualsiasi cosa: sulla sua testa gli stemmi araldici degli Orsini ed un Castello, che forse rappresenta la stessa Bomarzo!
Così l’Ercole, mentre si accinge ad uccidere Caco, nell’eterna lotta del bene contro il male: accanto a lui una nuova epigrafe, che recita
Davvero in pochi le conoscono:
Se Rodi altier già del suo colosso
piur di questo il mio bosco ancho si gloria
e per più non poter fo quanto posso!
Così infine l’Orco, con occhi sbarrati e bocca spalancata: in origine su quest’ultima era la scritta
Lasciate ogni pensiero voi ch’intrate
poi sostituita con l’attuale
Ogni pensiero vola!
Accanto ad essi prodigi architettonici: primo fra tutti la Casa Pendente. Ma anche un tempietto, la panca etrusca ed il tradizionale teatro, lì posto a ricordare come la vita sia a volte commedia a volte tragedia.
La tragedia che tolse ad un marito la sua amata, e che in ogni dove trasuda in questo parco, quasi che il committente volesse rendere tangibile ad ognuno che vi s’addentrasse la dimensione del suo dolore.
Ma ai più tutto ciò fu incomprensibile, tanto che, alla morte del Principe, gli eredi trascinarono il Bosco Sacro nell’oblio, forse anche un po’ turbati da quella strana sospensione che vi aleggiava.
Ci vollero 400 anni perché questo venisse riscoperto dalla famiglia Bettini, che restaurandolo riportò alla luce le sue “spaventose meraviglie”.
E mentre mi accingo a varcare la bocca dell’Orco, il mio pensiero corre a ritroso: dai Bettini, al Principe Orsini, alla povera Giulia, che forse, al momento del trapasso, da simili fauci venne inghiottita…
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Mappa del Parco dei Mostri di Bomarzo
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