Con la nascita dell’industria cinematografica, non tardò a manifestarsi, da parte del pubblico, una tendenza a mitizzare coloro che nelle pellicole avevano il ruolo di protagonisti.
E’ così che andarono creandosi veri e propri divi, ovvero icone altamente simboliche nella vita della gente comune, che tentava a volte di imitarne usi e costumi. Il termine “diva” venne coniato per la prima volta in Italia, ma venne ripreso e si diffuse in particolar modo nel cinema hollywoodiano.
Il fenomeno riguardò sia le donne che gli uomini.
Riporteremo ora di seguito i maggiori esempi nell’universo al femminile.
La Fidanzata del mondo
La prima stella del cinema hollywoodiano fu Mary Pickford: era costei una donna dal volto angelico, tanto da apparire come un’eterna adolescente.
Per lei fu coniato l’appellativo di “fidanzata d’America” prima, “fidanzata del mondo” poi; e il soprannome ben si addiceva a quella creatura dallo sguardo dolce e ingenuo, con lunghi riccioli biondi e pelle di porcellana.
Al cinema ebbe sempre parti da bambina: si pensi a film come “Passerotti” o “La piccola Anna”, in cui per dare l’illusione che la donna (ormai trentenne) fosse davvero una ragazzetta, vennero addirittura alterate le proporzioni degli oggetti con cui questa doveva venire in contatto e scelti attori dalla statura superiore alla media per interpretare le altre parti.
Nella stessa categoria possono essere annoverate, fra le altre, Shirley Temple e Lillian Gish.
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La Vamp
Alla tipologia “fidanzata del mondo” si contrappose quasi subito la torbida vamp, ovvero la donna vampiro, fatale distruggitrice di uomini.
La prima fra tutte fu la “divina” Greta Garbo, donna ammantata di mistero data la sua personalità sfuggente ed il suo sguardo enigmatico. Il soprannome che per lei fu coniato fu quello di “sfinge svedese”.
Fra le pellicole più significative ricordiamo “La carne e il diavolo”, in cui il partner maschile che l’affiancò, John Gilbert, ebbe a dire di lei:
Capricciosa come il demonio […] Ma che magnetismo quando arriva di fronte alla macchina da presa! Che suggestione! Che donna! Un giorno è infantile, candida, ingenua, una bambina di dieci anni. Il giorno dopo è una donna mist
eriosa vecchia di mille anni, consapevole di tutto, sconcertante, profonda.
Altra incredibile vamp fu Marlene Dietrich, donna dalla classe eccezionale e conturbante nelle movenze.
Le sue gambe divennero leggendarie, a seguito del film-culto “Angelo azzurro”: gambe accavallate, rivestite di calze nere, strette dalle giarrettiere; gambe lunghe e snelle come mai erano apparse nel cinema hollywoodiano.
Una sua frase in particolare divenne celebre, in cui diceva:
Io sono piena d’amore dalla testa ai piedi,
perché questo è il mio mondo e null’altro.
La Maschietta
Principale rappresentante di questa tipologia fu Louise Brooks, bellissima donna dal caschetto nero alla garconne, dotata di atteggiamenti predaci e felini.
Grazie al suo volto perennemente attuale, è stata assurta (oggi come allora) ad emblema della mitologia del sesso, dell’amore puro ed incosciente, per intendersi quello che finisce per distruggere se stesso.
Questa fu anche la parte che fu chiamata a recitare in film come Lulù, dove, dopo aver rovinato un uomo dopo l’altro, finisce squallidamente assassinata da Jack lo Squartatore.
La Femmina dal fascino latino
La più rappresentativa fu Rita Hayworth, ardente ballerina d’origine spagnola, dalla folta capigliatura rossa.
Per le sue forme generose venne soprannominata l’ “atomica“, e venne addirittura incollata sulla bomba sperimentale lanciata sull’atollo di Bikini.
Davvero in pochi le conoscono:
Il film-culto che la vide protagonista fu “Gilda”: è particolarmente celebre la scena in cui si sfila i lunghi guanti neri, eccezionalmente carica di erotismo.
L’apprezzamento per le star latine, morbide e voluttuose, è arrivato di certo fino ai giorni nostri se oggi molte se ne possono annoverare fra le star più quotate: si pensi come massimo esempio a Jennifer Lopez.
La Pin-Up Girl
Nel genere delle pin-up si distinse particolarmente Marilyn Monroe (Norma Jean Mortenson il suo vero nome), la più grande icona del cinema femminile di tutti i tempi.
La sua fu una vita difficile fin dall’infanzia: essendo la madre affetta da depressione, fu cresciuta da diverse famiglie e costretta a passare un periodo anche in orfanotrofio; a due anni e mezzo un pazzo tentò di soffocarla con un cuscino; a nove anni subì una violenza sessuale.
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Da questa serie di drammatiche esperienze Marilyn ereditò un senso d’inadeguatezza e una convinzione della propria inferiorità, come anche una continua ricerca d’affetto in grado di farla uscire da quello stato di solitudine interiore.
A dodici anni si verificò un episodio che può essere indicato come spartiacque della sua vita: non avendo abiti di ricambio, si fece prestare da una sua amica una maglia, che indosso a lei risultò particolarmente aderente; giunta a scuola, per la prima volta si sentì al centro dell’attenzione dei ragazzi, che cominciarono a fare apprezzamenti sulla sua fisicità.
Da allora cominciò ad avere particolare cura del suo aspetto esteriore, e cominciò a usare il rossetto rosso ed altri cosmetici.
Con l’incubo del ritorno all’orfanatrofio, si sposò molto giovane, e a 17 anni era già una donna divorziata, non senza aver prima tentato il suicidio.
Intanto, la necessità di soldi la spinse a posare nuda per calendari pubblicitari: furono questi ad attirare l’attirare su di lei l’attenzione dei primi produttori cinematografici.
E così, all’età di appena 21 anni, la sua carriera cominciò. Il personaggio che le venne affidato fu quello di una sciocca e sensuale gattina dai capelli biondo platino, una “dumb blonde” (=bionda scema), ma capace di affascinare grazie alle sue movenze, alla sua voce e alle sue battutine maliziose.
Fra i suoi film leggendari è sicuramente “Niagara”, in cui appare ammantata in uno sgargiante e aderente abito rosso e più volte si mostra nella sua posa più classica, con occhi semi-chiusi e labbra dischiuse.
Fra le frasi celebri ne ricordiamo invece due: interrogata su cosa portasse addosso la notte, rispose “Chanel n.5”; giustificandosi per i suoi ritardi spiegò
In realtà non sono in ritardo io. Sono gli altri che hanno una tale fretta….
Famosissime furono poi le sue storie d’amore: da quella con Joe di Maggio al flirt con John Kennedy: per quest’ultimo cantò, con incredibile sensualità, un “Happy Birthday” rivisitato, che è fra i video più celebri che la riguardano.
La Maggiorata Sexy e Disinibita
Marilyn fu sicuramente una delle donne del cinema che sfidò maggiormente il comune senso del pudore del suo tempo.
Ma dopo di lei, altre donne sollevarono scandalo: fra tutte Brigitte Bardot, che seppe conquistarsi il successo avvalendosi del suo corpo, più o meno integralmente svestito.
Nella stessa categoria, ma ben più impegnata nella recitazione, può essere indicata anche Sophia Loren, sia per le curve prorompenti e la camminata ancheggiante sia per la carica erotica che mostra in film come “Ieri, Oggi, Domani“, in cui improvvisa uno spogliarello di fronte ad un Marcello Mastroianni ululante.
O ancora Anita Eckberg, con la sua interpretazione ne’ “La Dolce Vita”, dove fa il celebre bagno all’interno della Fontana di Trevi insieme allo stesso Mastroianni.
La Donna Raffinata
Intendo chiudere questa incredibile carrellata di star con una donna dalla classe innata, ancora oggi icona d’eleganza: Audrey Hepburn.
Come non rimanere incantati dai suoi outfit e dalle sue acconciature in film come “Sabrina”, “Colazione da Tiffany” o “Vacanze romane”. Per la sua grazia sofisticata, si specializzò nei ruoli di brava ragazza alla ricerca dell’amore; ma nonostante la leggerezza dei temi, seppe trasferire nei suoi personaggi un’incredibile personalità, che le valse il titolo di “terza più grande attrice di sempre” (dall’American Film Institute).
Di pari grazia e raffinatezza fu anche Grace Kelly, la cui carriera cinematografica però durò ben poco, in quanto ad essa preferì le nozze con il Principe Ranieri III di Monaco.