Capolavoro di arte fiamminga è questa tavola di Van Eyck della prima metà del XV sec., intitolata I Coniugi Arnolfini e conservata alla National Gallery di Londra.
Soggetto dell’opera è una bellissima coppia, sontuosamente vestita secondo la foggia dell’epoca: l’uomo, dotato di cappello a falda larga, è avvolto in una tunica di colore scuro, cui è sovrapposto un mantello con pelliccia di marmotta sull’orlo, sulle maniche e sul girocollo; la donna ha invece una veste verde con le estremità foderate di pelliccia d’ermellino ed un candido velo a coprirle la nuca.
Quest’ultima sembra incinta: in realtà, ciò è dovuto alla posa e probabilmente all’usanza del tempo di creare quella curvatura nella veste mediante l’ausilio di una sorta di cuscino da apporre sotto la stessa.
I due si trovano in un contesto domestico.
Ma una domanda sorge spontanea: cosa stanno facendo??? Vi rivelo che stanno unendosi in matrimonio. E dico anche che è possibile dedurlo dagli innumerevoli indizi che l’artista lascia sparsi all’interno dell’opera!
Partiamo dalla gestualità dei due personaggi: mentre si tengono per mano, l’uno alza la destra per prestare giuramento, l’altra si tocca il ventre come a promettere un prossimo concepimento. Può stupire che il rito stia compiendosi in luogo privato, ma bisogna ricordare che ciò avveniva secondo costume dell’epoca e che soltanto un secolo dopo sarebbe divenuto obbligatorio il matrimonio in chiesa.
Ma procediamo con altri dettagli! Ai piedi della coppia è un cagnolino, simbolo esemplare di fedeltà. Appena dietro di loro, sulla cassapanca sotto la finestra, si intravedono delle mele: il riferimento dovrebbe essere al Paradiso Terrestre di Adamo ed Eva, la prima coppia.
Davvero in pochi le conoscono:
Ancora più indietro, addossato sulla parete di fondo, è un letto rosso, che sarà per l’appunto il talamo matrimoniale. La candela accesa sul lampadario simboleggia l’occhio di Cristo che veglia sui giovani sposi.
A vegliare su di loro, ed in particolare su tutte le donne che desiderano figli, è anche Santa Margherita, scolpita sul montante della poltrona di legno proprio accanto al letto.
Infine, quello che è l’indizio più importante: al centro della scena, proprio sopra le mani congiunte della coppia, vediamo uno specchio convesso che riesce a farci scoprire di più di quanto non si veda direttamente.
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Cosa riflette?
Riflette altre due figure, oltre ai coniugi stessi: sono i testimoni di matrimonio! Uno di loro potrebbe essere proprio il nostro artista se, proprio sopra lo specchio, volle scrivere la frase:
“Jan Van Eyeck è stato qui”…