Il Circo è la concentrazione silenziosa dell’Arte di giocare
senza dire nessuna parola,
l’antiteatro,
la tecnica dei sordi e dei muti,
i grandi attori del mondo.Charlie Chaplin
Trama
Charlot, “inconsapevole ladro”, per sfuggire alla polizia fa un’irruzione maldestra nel tendone di un circo proprio durante lo spettacolo. Il proprietario, inizialmente inferocito, deve constatare l’ilarità del pubblico di fronte a quell’uomo buffo, e così decide di ingaggiarlo.
Questi diventa ben presto la star dello show, fino a quando un funambolo non arriva a guastargli la festa…
Recensione
Questa fu sicuramente l’opera più “faticosa” di Chaplin: nel corso della lavorazione successe infatti di tutto, da diluvi ed incendi che distrussero il set a furti di materiale fino a tentativi di confisca della pellicola in quanto bene, a seguito del divorzio con Lita Grey.
Fortunatamente, però, è giunta fino a noi; fortunatamente in quanto rappresenta un’ennesima perla tragicomica di quell’uomo geniale che Chaplin fu, incredibile tanto quanto attore che come regista.
E’ la sua “comicità involontaria” a travolgere lo spettatore, come anche i suoi tentativi di mantenere una dignità nella parentesi di ridicolo in cui si trova catapultato.
Basti pensare a scene come quella nella gabbia del leone o quella in cui s’improvvisa funambolo per poter godere pienamente del suo talento interpretativo; mentre lo stralcio nella Stanza degli Specchi o quello in cui si “sdoppia” nella proiezione di un suo pensiero ne testimoniano l’estro registico.
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Ma Il Circo riesce ad essere anche un’amara considerazione sulla condizione dell’artista: la sua lotta continua contro l’indigenza, il suo destino appeso ad un filo tenuto da un pubblico incostante, la necessità di far ridere sempre (anche quando si ha la morte nel cuore)…
Chaplin dimostra la sua artisticità a 360° facendosi anche compositore della musica, cge fu dallo stesso cantata più avanti nel tempo.
Davvero in pochi le conoscono:
Co-protagonista femminile nel film è una dolcissima esordiente, al tempo appena diciottenne: Merna Kennedy. L’alchimia fra i due è quasi magica!
Ma l’incanto per un Vagabondo ha una scadenza! Niente e nessuno gli appartiene!
Già è tanto appartenere a se stesso…
Curiosità
Lo stesso regista per anni fece cadere nel dimenticatoio questa sua pellicola, poiché probabilmente doveva riportargli alla memoria un periodo poco felice della sua vita, per tutte le disavventure sopra menzionate.
Egli aveva infatti passato, nel mentre, un periodo di profonda depressione (soprattutto a causa del matrimonio forzato e conseguente divorzio con la già menzionata Lita Grey), che si era manifestata sotto forma di insonnia, fobie nonché un prematuro ingrigirsi dei capelli, a rimedio del quale dovette ricorrere alla tintura.
Soltanto negli anni ’60 si decise, alfine, di dedicarsi alla riedizione della medesima.
Le scene di acrobazia sulla corda furono eseguite realmente dal regista, che dovette sottoporsi ad un allenamento intensivo riguardante le tecniche d’equilibrio, seguito passo passo da Henry Bergman, l’unico della troupe ad avere un passato nell’arte circense.
Quanto alla stralcio nella gabbia del leone, questo venne girato circa duecento volte per ottenere il risultato finale; il tutto sfidando il reale terrore che Chaplin provava per la ferinità della bestia.